venerdì 24 maggio 2013

Marrakech... seconda parte: Il Souq

Visitare Marrakech significa visitare il Souq... o meglio, i Souq!: il Mercato, ma anche i vari mercati, suddivisi per tipologia di merce in vendita o in produzione diretta...
Da Piazza Jemaa El Fna si può entrare nel Souk attraverso diversi accessi, io che ci sono già stata tre volte non l'ho ancora girato tutto!, a volte ci siamo ritrovati nella stessa via, volutamente o per caso, spesso più volte... ma di sicuro ci sono zone inesplorate... 
Si va, si guardano le mercanzie, ci si lascia avvolgere dal profumo dell'ambra, o dalla puzza di galline in gabbia, ci si riempiono gli occhi di colori, di sfumature, si tocca la morbida seta, il duro acciaio, il ruvido cuoio... e si finisce per perdersi... poi guardi in alto e trovi un cartello che ti indica la Piazza, o se un marocchino ti vede con lo sguardo leggermente smarrito ti dà le indicazioni, o ti ci accompagna... alla Piazza... il centro di tutto... 



La piazza è grande, piena di gente e di sole, entrare invece nei vicoli del Souq vuol dire entrare nella penombra creata dalle tettoie di canne, che lasciano filtrare la luce ma riparano dal sole; su entrambi i lati si susseguono negozietti d'ogni tipo, spesso con gli artigiani seduti per terra che lavorano il legno, o il ferro, o riparano elettrodomestici d'ogni tipo, o friggono frittelle...


Per pochi euro si possono fare dei veri affari! Mariella è entrata in un negozio per carcare una borsetta in pelle come la sua, ovviamente non c'era... ma il venditore s'è subito offerto di fargliene una uguale in un paio di giorni e ha sparato la sua cifra; Roberto vedendola attardarsi dentro il negozio l'ha raggiunta, e ha contrattato fino a scendere a quasi la metà... per i negozianti del Souq contrattare è un divertimento... a cui si prestano con molta serietà!, basta girarsi sdegnati e andarsene e loro pronti ti inseguono abbassando ulteriormente il prezzo... Io di solito non contratto niente... ma quest'anno è valso il detto "di necessità virtù"... e per acquistare un braccialetto smaltato e intarsiato in vendita a 65 euro ho inventato che avevo otto sorelle in Italia a cui portare un regalo, e non potevo spendere più da 10/12 euro ciascuna... alla faccia sbalordita e comprensiva del venditore è seguito il suo ultimo prezzo: meno di dieci euro... inutile dire che Roberto e mia figlia mi hanno dato la mano appena fatti pochi passi: da me una balla così grossa proprio non se la aspettavano... e m'è venuta da sola!, ed è servita... ci ho riprovato poco dopo per una casacca bellissima che sventolava nel vento... però da 65 siamo arrivati solo a 15!... e comunque loro ci guadagnano lo stesso!, ma chi ha faccia tosta e tempo per contrattare qualche affare (rispetto ai nostri prezzi in Italia) riesce a farlo...

Peccato non avere una borsa piena di dirham (10 dirham sono poco meno di 1 euro) e poter acquistare senza problemi un po' di questo e un po' di quello, un po' qui e un po' là... anzi, un problema ci sarebbe lo stesso! i trolley dell'aereo!... bisognerebbe proprio fare un container e spedirlo in Italia!
Io per esempio farei man bassa di bottigliette in vetro di tutti i colori, Roberto si prenderebbe sciarpe di tutte le sfumature, Jessica è attirata dalla bigiotteria, a volte in argento lavorati tanto bene da sembrare davvero antichi!, e Ale... beh... Ale ha iniziato col volere la maglietta di un calciatore, poi la tuta, poi il cappellino, poi un braccialetto, poi gli occhiali, poi non so più cosa... meno male il trolley era già pieno all'arrivo e non c'era spazio per altro!
Comunque io mi porterei a casa volentieri una fontana in maiolica colorata, delle lampade traforate che disegnano sui muri bagliori magici... o una vasca da bagno in rame gigantesca che troneggia in un negozio fin dalla prima volta che sono andata a Marrakech... non ha ancora trovato un acquirente... aspetta che io faccia 6 al Superenalotto!

Il problema a girare nel Souk è che tutto quel che si vede sarebbe da fotografare... l'insieme, i particolari, le luci e le ombre, gli artigiani al lavoro... la lampade, le Tajine, le sciarpe, i sandali, le borse, i tappeti... ma i marocchini non amano farsi fotografare, o che i turisti fotografino le loro mercanzie... ovviamente a meno che li si paghi!, o si acquisti da loro qualcosa... allora sì che diventano sorridenti e ossequiosi!, non importa più che fotografandoli si rubi la loro anima...
Un'altra delle cose che stupiscono a Marrakech, è la capacità dei marocchini di inventarsi un'attività... pur facendo tutto con calma... tutti fanno  qualcosa! Non è raro vedere bambini, soprattutto la sera in Piazza Jemaa El Fna e nelle vie limitrofe, che vendono pacchetti di fazzoletti di carta, uomini seduti agli angoli delle strade accanto ad uno scatolone su cui sono posate delle sigarette sciolte... non pacchetti di sigarette!, ma sigarette sciolte... donne velate che vendono braccialetti tintinnanti...

Dentro i vicoli del Souq le auto non passano... e non perchè le strade siano strette!, alcune sono anche larghe, sebbene piene di gente, marocchini e turisti che vanno in su e in giù ininterrottamente come formiche... in compenso è un continuo doversi spostare perchè deve passare una bicicletta che porta sulla sella un carico enorme, o un asino che si trascina il suo carretto pieno di ogni cosa possibile immaginabile... qui perfino per le opere di edilizia si avvalgono degli asini!: portano la sabbia, o i mattoni, o portano via le macerie delle demolizioni... oppure arrivano di corsa uomini che trainano carretti pieni di valigie di qualche Riad o di merce...


Buffissimo, a mio parere, il "vivaio", un tizio che si spostava trainando tutta una vasta scelta di piante e fiori...


o abbastanza macabro uno che sul retro della bicicletta si portava delle zampe di non so bene che animale...


Uno dei Souk più pittoreschi è quello dei tintori della lana... questa volta non ci siamo andati, ma siamo riusciti ugualmente a vedere le matasse appese ad asciugare, dipende dal colore di cui hanno bisogno quel giorno e quello sarà il colore che si vede sporgere sopra i vicoli, questa volta è toccato al rosso... Usano colori naturali o minerali, in moltissimi dei negozi del Souq ci sono contenitori a forma di cono, non sono gelati!, ma polveri colorate che si usano per tingere tessuti, metalli o per dipingere muri o ... quadri!
Abbiamo però portato i ragazzi e Katja a vedere il Souq dei tintori di pelli, una zona poco conosciuta dai turisti, perchè alla periferia della Medina e del Souq, per la puzza che emanano le vasche in cui sono lasciate le pelli ad ammorbidire, a sbiancare, e a colorarsi.

Quando ci sono andata tre anni fa avevo appena finito di leggere "La mano di Fatima", in cui il protagonista aveva proprio lavorato in una di queste concerie... un lavoro veramente massacrante, ancora oggi il metodo è lo stesso che nel Medioevo... con gli uomini immersi fino alla cintola in queste vasche nauseabonde fatte di mattoni di fango e piastrelle di ceramica.
Appena arrivati abbiamo contrattato il compenso con il nostro accompagnatore, la volta scorsa quasi non usciamo vivi da lì... e solo perchè gli operai credevano che Roberto avesse fatto delle fotografie anche a loro e non solo alle vasche, e pretendevano dei soldi per ripagarli della loro anima rubata...


Con un rametto di menta al naso per evitare il cattivo odore abbiamo iniziato il giro: le pelli di buoi, montoni, capre... viene prima ripulita dal pelo dalle donne, che ne fanno poi lana,


 quindi posta in vasche per essere ammorbidita, i giorni di permanenza dipendono dal tipo di animale, più la pelle è dura, più ha bisogno di tempo... viene poi raschiata e ripulita per bene, posta in vasche a sbiancare con cacca di piccione (ammoniaca naturale, raccolta soprattutto fuori dalle Moschee), e poi in altre ancora ad ammorbidire e poi a tingere... poi verrà passata agli artigiani che la lavorano e la trasformano in cinture, morbide babbucce, sandali, borse, giacche...

Per riprenderci da tanto camminare... di solito ci fermiamo in Piazza a bere una spremuta d'arancia... fossimo a casa, ci fermeremmo in un bar per una bella birra ghiacciata!, a Marrakech è pressoché impossibile, quantomeno nella Medina!, ricca di storia e  di tradizioni! Uno dei pochi posti in cui si può bere una birra ghiacciata è il Cafe Arabe


Si entra in un portone e si sale una scala fino ad arrivare alla terrazza, da qui si dominano i tetti del Souq e della Medina... e finalmente, almeno un giorno in una settimana, si può bere una birra ghiacciata!, e non sempre acqua, o Coca Cola, lasciando assolutamente perdere la birra senza alcool che vendono in qualche altro raro locale...
Oltre alla terrazza ci sono anche delle sale in cui attardarsi bevendo te o altre bevande... tanti cuscini morbidi e colorati, lampade, veli, grate... tutti i componenti di una delle tante storie delle Mille e una notte...



Ma il viaggio non finisce qui... ci saranno altre puntate!

mercoledì 22 maggio 2013

Marrakech... prima parte: il Riad e Piazza Jemaa El Fnaa

E siamo partiti per la terza volta per il Marocco... questa volta volevamo arrivare fino alle prime dune del deserto del Sahara per passare una notte in un accampamento berbero, e poi perderci nelle vie del Souk di Marrakech, come al solito...
Per abbinare la vacanza al lavoro, così da avere la scusa per lasciare "il lavoro", ho abbinato un corso di Scrapbooking. Purtroppo complice la crisi e altre priorità, le scrapper italiane hanno disertato l'evento, in compenso hanno aderito due svizzere, Katja e sua mamma Mariella, già incontrate lo scorso anno per un week end scrap a Livigno... due persone splendide che hanno condiviso con noi questa settimana e ci hanno fatto sentire "in famiglia"...
Siamo partiti insieme all'alba da Malpensa con Easyjet, Ryanair che parte da Bergamo è diventata troppo cara...; il volo dura solo tre ore e i ragazzi tra una dormita e un po' di musica non se ne sono neanche accorti!


All'arrivo all'aeroporto di Marrakech, espletate le formalità, con un nuovo timbro sul passaporto, abbiamo trovato il nostro autista che ci ha accompagnate al Riad, in meno di dieci minuti, all'interno della Medina

La Medina è la città vecchia, all'interno di mura alte 9 metri, erette nel 1120 per far fronte agli attacchi dei berberi, realizzate con una mistura di paglia, fieno e calce che essiccandosi induriscono come mattoni, continuamente restaurate dal governo marocchino.

I Riad sono antiche dimore trasformate in residenze turistiche all'interno di vicoli quasi introvabili, tutto ruota attorno al giardino, RIAD appunto, il cuore della casa, ombreggiato da palme e altre piante, da cui le stanze prendono luce, e che dona frescura la sera. All'esterno nessuno può immaginare cosa nasconde all'interno una porticina in legno... spesso fontane gorgoglianti, o addirittura piscine, maioliche, vasi, oggetti d'arredo tradizionali, salotti silenziosi, camere fresche e splendidi bagni. Spesso a piano terra si aprono stanze da giorno, a volte qualche camera, poi si sale al piano superiore, e attorno al loggiato ci sono le varie camere, fino a salire in terrazza, a volte a più altezze, con lettini per il sole, zone con tavolini per la colazione, tende sotto cui campeggiano divani dai cuscini colorati...

Il nostro Riad, Etoile du Sud, aveva solo cinque camere: a piano terra due salotti e due camere, più una più piccola per il custode, cucina, sala da pranzo e tre camere al primo piano, terrazza con tavolini, lettini, Jacuzzi e tenda berbera. Per un piccolo gruppo l'ideale! Abbiamo soggiornato in altri Riad, ma questo ci ha conquistati!, a soli dieci minuti a piedi da Piazza Jemaa El Fna e a soli cinque minuti dai Bains de l'Alhambra per noi era perfetto! Mohammed, il gestore, simpatico e alla mano... ovviamente il suo era il Riad migliore della città, sua sorella cucina la migliore Tajine di pollo con olive e limoni di Marrakech, le escursioni che organizza lui sono le migliori, ecc. ecc... un bravo venditore!, ma sempre disponibile!

Dopo il primo te alla menta servito in terrazza con focaccine calde, che per loro sono comunque "crepes", abbiamo esplorato il Riad, dentro e fuori dalle varie stanze per scoprire ogni dettaglio... a partire dai petali di rosa che disegnano cuori sui copriletti, o sparsi un po' ovunque per tutto il Riad... proprio come essere in una fiaba delle Mille e una notte...


Dopo il te e le perlustrazioni inizia la nostra avventura alla scoperta della città... Roberto ci è già stato 6/7 volte ormai, e anche i ragazzi ci sono già stati due anni fa, anche se solo per un paio di giorni, sufficienti solo a dare uno sguardo al Souk!



Prima di tutto si inizia da Piazza Jemaa El Fna, il centro di tutta la città!, una piazza che l'Unesco ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità, per la varietà di pezzi di vita che vi passano, dall'alba a notte fonda... Di giorno la piazza è relativamente tranquilla... ci sono carretti colmi di arance, e per meno di quaranta centesimi (di euro) si beve un bicchierone di spremuta! Non pensiamo troppo all'igiene... e beviamo! Il succo è dolcissimo e freschissimo... proprio quel che ci vuole...


Ci sono, sparsi per ogni angolo, incantatori di serpenti, ombrelloni sotto cui si riparano donne velate in attesa di clienti a cui dipingere le mani con l'hennè, lucidatori di scarpe, venditori d'acqua, suonatori di strumenti strani... ovviamente tutti disponibili a farsi fotografare se pagati!





Per pranzo abbiamo provato ogni giorno un locale diverso, a volte sulle terrazze, a volte nei vicoli del souq, credo che abbiamo assaggiato tutti i tipi di Tajine disponibili!, ma l'argomento cibo lo affronterò più avanti... 
Verso il tramonto la piazza inizia a cambiare scenario... la gente si sposta per far posto ai carretti carichi di panche, tavoli, "cucine" da campo, banchi in cui vengono esposti gli alimenti che poi vengono cucinati sul posto...
Ogni "ristorante" è contrassegnato da un numero, e tutti i camerieri fanno da promoter per convincere i clienti a sedere ai loro tavoli, captano con maestria il paese di provenienza e sciorinano scioglilingua nella lingua corretta!, noi abbiamo trovato chi sapeva sopra la panca la capra campa, sotto la... e ci ha convinti!, se invece i turisti hanno già cenato o non ne hanno intenzione distribuiscono biglietti da visita con il numero bene in vista; quando riescono a convincere qualcuno a sedersi è un'esplosione di urla contente in tutto il "ristorante"!


Basta non pensare alla pulizia sommaria, ai piatti che vengono lavati in bidoni d'acqua, a qualche mosca che gira... e concentrarsi sul profumo degli alimenti che cuociono sulle griglie, al fumo che si alza sopra i tendoni che ricoprono le strutture in metallo montate ogni sera, e smontate ogni notte, ai colori invitanti delle verdure nei piattini, al sapore del pane su tovagliette di carta che aspettano gli avventori già posizionati sui tavoli, giusto per tener ferme le tovagliette che altrimenti volano via... e gustare tutto quel ti portano... e dimentichi l'ASL che in Italia fa chiudere ristoranti e pizzerie...

Alla prossima puntata...